martedì 8 novembre 2016

Non un racconto, ma una breve storia del blog

Oggi ho fatto la sauna nel circolo sportivo padovano di cui sono socio. Il clima, in realtà, non è ancora quello rigido che rende assai più gratificante la replica in pianura padana del rito finlandese, tuttavia un po’ di pigrizia mi ha spinto a tenermi lontano dalla palestra e a rinchiudermi nella grande scatola di legno, non diversamente da quanto accaduto quasi un anno fa, il giorno in cui ha avuto origine la serie dei racconti i cui protagonisti sono i membri della famiglia Ascani di Torresecca.
Il primo racconto, infatti, è ambientato proprio nella sauna del mio club ed è nato in un primo pomeriggio autunnale dello scorso anno, mentre me ne stavo sdraiato su una delle quattro panche a sudare, per la precisione quella in alto a sinistra della porta.
La data esatta in cui l'ho scritto (mi aiuta a ricordarla il Mac, non certo la mia memoria) è il 18 novembre 2015. L’ho pubblicato su Facebook la sera stessa.
In sauna, anche quel giorno, come oggi, ero solo e, quasi senza rendermene conto, ho iniziato a immaginare l’omicidio di qualcuno che si trovava nella mia situazione: nudo, sudato, annoiato e anche un po’ intontito.
Non avevo certo idea che quel fantasticare mi avrebbe portato a scrivere effettivamente un racconto. Ero persuaso di chiedere alla mia fantasia solo di aiutarmi ad attenuare la noia, a impedirmi di cedere alla voglia di dormire, a far trascorrere più rapidamente il tempo scandito dal flusso della sabbia arancione nella clessidra girevole sulla parete.
La storia, però, non ha voluto esaurire la sua esistenza nel momento in cui sono uscito e ho fatto la doccia fredda conclusiva del rituale. E’ rimasta lì, da qualche parte nella mia testa, e ha continuato a fare il suo corso, prendendo una forma e dettando le regole cui mi sono poi attenuto nel trasferirla in un file di Pages.
In qualche modo, lo ammetto con gratitudine, ammirazione e sincera consapevolezza di inferiorità, desideravo entrare in competizione con il mio amico Stefano (https://www.facebook.com/stefano.lazzaretto), geniale ingegnere che sul suo profilo Facebook aveva postato alcuni splendidi racconti brevi (ecco un suo autentico gioiello: Il sig. Alfonso Barrantes, trentottesima reincarnazione dell'alchimista Jacobus De Brimonia, che aveva maturato la capacità di reincarnarsi all'istante in chicchessia si trovasse alla sua portata visiva, giunto all'età di 57 anni e provando nostalgia per le antiche giovanili spinte ormonali, desiderò per una frazione di secondo di iniziare testè la propria prossima vita nel corpo di un bel giovane sconosciuto, che stava pedalando con lena di fronte a lui. Proiettato sulla bicicletta sgangherata in movimento, prima che si rendesse conto di avere già impegnato l'incrocio fu travolto dal 37 barrato. Il suo ultimo pensiero, anziché cercare di trovare un immediato sostituto nelle vicinanze, nei secondi decisivi che gli restavano, fu: "stavolta ho fatto una cazzata”.). E la misura di un post su Facebook è stata quella che, conseguentemente, ho dato alla narrazione della morte di Filiberto Ascani di Torresecca, il primo esponente della famiglia, del quale, giorno dopo giorno, ho provato il desiderio di incontrare i fratelli e la figlia.
I congiunti di Filiberto sono diventati i protagonisti dei racconti successivi: personaggi cui ho affidato anche il compito di aiutarmi a parlare di luoghi, suoni, letture, abitudini, sapori e altre cose della vita che hanno rilievo per me, alcune tanto importanti da costituire oggetto d’amore e di passione. Ascanio, Aurora, Florence, Gilberto e Ginevra sono nati così, per condividere, con chi avesse deciso di leggere i miei racconti, temi, sensazioni e gesti che contano nella mia esistenza in modo positivo.
A oggi sono undici i testi di questa piccola saga (presuntuosa definizione, lo ammetto facilmente). E credo che se ne aggiungeranno altri. Sempre di misura contenuta, che permetta una lettura veloce, adatta ai tempi, purtroppo brevi, consentiti dai ritmi di vita e dalla quantità di stimoli cui siamo sottoposti.
Negli ultimi racconti che ho pubblicato i protagonisti erano ancora Gilberto e Aurora. Non fatico a riconoscere che sono i personaggi che prediligo, quelli nei quali, tratteggiandone la vita e il carattere, ho provato a mettere qualcosa di me stesso. Sono persone che vivono bene la solitudine e che apprezzano la lettura. Tutti e due amano i cani, anche se solo Aurora divide la sua vita con tre di loro. Come se non bastasse, Gilberto fuma sigari, Aurora ascolta jazz, musica contemporanea e quella che viene definita world music. Aurora, inoltre, vive in campagna e si occupa di agricoltura, condizioni che condivido. Ascanio, come credo sia chiaro, mi sta poco simpatico, ma penso che anche i lati sgradevoli del suo carattere siano in fondo comprensibili (e in qualche misura giustificabili) non diversamente da quelli della maggior parte di noi.
Il prossimo racconto dovrebbe avere per protagoniste Ginevra e Florence, le due donne che hanno finora avuto il compito di accostare la saga al noir, elemento intrigante. E poi, diciamoci la verità, tutti questi sessantenni annoiano un po'. A Florence il compito di portare una ventata di giovinezza.

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