domenica 12 novembre 2017

Ascanio

Ascanio Ascani di Torresecca fermò l’auto pochi metri oltre il cancello e attese che si chiudesse osservando i cani illuminati dagli otto potenti fari posizionati in coppie sugli angoli della casa di Aurora, appena sotto il tetto. Con sollievo e senso di colpa insieme vide che non si muovevano: immobili, a pochi metri dal limite della recinzione, fissavano con tristezza la famigliare giapponese, consapevoli che l’occupante li avrebbe lasciati soli. Ignari della misura dl tempo, Pezza, Daisy e Astro lo guardavano allontanarsi persuasi di essere privati per sempre anche della compagnia di Ascanio, la cui presenza aveva solo attenuato il dolore per l’assenza di Aurora.

domenica 24 settembre 2017

Aurora

Aurora Ascani di Torresecca aprì gli occhi nel buio della sua stanza, risvegliata dalla tosse che da alcuni giorni affliggeva Pezza. Prima di allungare la mano verso l’interruttore della lampada, guardò il quadrante della sveglia. Mancavano più di venti minuti alle sei del mattino. Accese la luce e allontanò lentamente le lenzuola, osservando i cani che si alzavano in piedi e, come ogni mattina, si avvicinavano al letto per celebrare il suo risveglio, ansiosi di riprendere la loro vita accanto a lei e di mostrarle quanto ciò li rendeva felici.

mercoledì 30 agosto 2017

Florence

Florence Ascani di Torresecca distolse lo sguardo dalla zia e tornò a fissare le innumerevoli piccole farfalle di un colore tra il grigio e il marrone che coprivano quasi completamente la grande vetrata dello studio di Aurora. Si accentravano soprattutto nella parte alta della finestra, dove la luce delle due lampade gemelle a pavimento doveva apparire loro più intensa perché riflessa dal soffitto.

sabato 3 giugno 2017

Aurora

Aurora Ascani di Torresecca, ai piedi dell’argine, osservava la rossa mietitrebbia che avanzava lentamente nel campo di frumento, avvolta dalla nuvola di polvere che sollevava procedendo sotto il sole di mezzogiorno.

domenica 8 gennaio 2017

Florence

Florence Ascani di Torresecca si alzò per sparecchiare il piccolo tavolo. Gilberto la indusse a fermarsi alzando appena la mano destra. Servendosi delle dita, con lenti movimenti meticolosi, raccolse le briciole di panettone rimaste sul proprio piatto e le portò alla bocca con gusto.